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Scipafi, il sistema pubblico di prevenzione del furto d'identità


Scipafi è il Sistema pubblico di prevenzione, sul piano amministrativo, delle frodi nel settore del credito al consumo con specifico riferimento al furto d’identità. Gli aderenti diretti sono: banche, intermediari finanziari, fornitori di servizi di comunicazione elettronica (società di telefonia, per esempio), fornitori di servizi interattivi o servizi ad accesso condizionato, compagnie di assicurazione. Gli aderenti indiretti sono i gestori di Sistemi di informazioni creditizie (Sic). Scipafi si basa su una collaborazione tra pubblico e privato e consente un controllo maggiore sui documenti forniti dai consumatori che hanno richiesto un prestito (o una dilazione o uno slittamento dei pagamenti) grazie all’accesso a banche dati pubbliche (Agenzia delle entrate, Ministero degli interni, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Inps e Inail). I controlli incrociati sui diversi documenti forniti dai consumatori dovrebbero rendere più facile la scoperta di eventuali furti di identità. Il sistema è attivo da luglio 2014, il titolare è il Ministero dell’economia e delle finanze e Consap Spa è l’ente gestore. In pratica, nel momento in cui una persona richiede un prestito, i documenti che ha fornito saranno verificati attraverso Scipafi, incrociando le informazioni presenti nelle varie basi di dati disponibili. In caso di incongruenze scatta il campanello di allarme che segnala un probabile tentativo di frode. In un contesto in cui le frodi creditizie che sfruttano il furto di identità sono in crescita costante, uno strumento come Scipafi, con i controlli anagrafici e reddituali che consente, aggiunge quindi un importante livello di sicurezza. Come sappiamo, le tecniche che usano i ladri di identità sono molteplici ma l’obiettivo è sempre lo stesso: rubare quante più informazioni personali possibili, da indirizzo, numero di telefono e codice fiscale alle password dei servizi a cui siamo iscritti, dai numeri di carta di credito ai conti bancari. Anche se le istituzioni continuano ad adeguare gli strumenti di controllo e difesa alle sempre nuove minacce, anche noi possiamo fare la nostra parte, tenendo sempre alta la nostra attenzione e non dando nessun dato personale a meno che non siamo sicuri al 100%.