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App e privacy: i garanti chiedono informative più trasparenti


Abbiamo parlato più volte dei rischi che le applicazioni per smartphone e tablet possono far correre ai nostri dati personali. Spesso siamo noi i primi a non leggere integralmente le informative delle aziende, altre volte possiamo scaricare per errore o distrazione app malevole create apposta per sottrarre dati; in altri casi, invece, sono le aziende a conservare più informazioni di quante dovrebbero. Con la diffusione sempre maggiore di dispositivi mobili, il tema è di grande attualità. È per questo che 26 garanti della privacy di altrettante nazioni (riuniti in Gpen, Global privacy enforcement network) hanno scritto una lettera aperta alle aziende che gestiscono la vendita e il download di applicazioni mobili. Amazon, Apple, BlackBerry, Google, Microsoft, Nokia e Samsung hanno ricevuto, nel dicembre scorso, un messaggio in cui i garanti chiedono che fossero introdotte politiche tali da obbligare gli sviluppatori a informare gli utenti in modo completo. I garanti della privacy hanno scelto di prendere questa posizione forte in seguito a un'indagine che aveva evidenziato come, su 1.200 applicazioni analizzate, solo il 15% aveva un'informativa adeguata. Inoltre, molte app memorizzavano dati che non avevano nulla a che vedere con lo scopo per cui erano state create e proposte agli utenti. Secondo i garanti, il modo migliore per convincere gli sviluppatori a migliorare il loro rapporto con la nostra privacy è chiedere di intervenire direttamente ai gestori degli app store: se le aziende applicheranno regole più rigide, gli sviluppatori dovranno adeguarsi o non potranno più rendere disponibili le proprie app. Se le aziende sono chiamate a migliorare il trattamento dei dati personali, noi utenti dobbiamo comunque essere sempre più consapevoli e attenti agli strumenti che utilizziamo, per ridurre al minimo i rischi, tra i quali il furto d'identità rappresenta la minaccia più grave.