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PSN, MSN, GMAIL, Dropbox: ci possiamo fidare?


Tantissimi post, articoli e approfondimenti sono stati spesi sull’interruzione dei servizi di Sony PlayStation Network e sui dati degli utenti di Qriocity (ancora non è certo se ci sia stato effettivamente un furto di dati finanziari e quali conseguenze comporterà). A questo si aggiungono i casi di Dropbox, di furti di password su Messenger e degli altri servizi online.

Cosa possiamo imparare? Che ci piaccia o no, dobbiamo renderci conto che il mondo dei dati digitalizzati, è sempre più a rischio. Ma come sempre, il primo passo è quello di rendersi consapevoli e informati, perché i cyber criminali seguiranno sicuramente gli utenti più esposti e meno accorti. Attenzione a quello che riceviamo Le grandi aziende basate sul cloud computing sanno che per avere successo devono rassicurare i propri utenti sulla sicurezza dei loro dati. Ancor più, dopo questo periodo, vedremo come i metodi di riconoscimento si faranno a mano a mano più sofisticati (pensate ai token e ai generatori di password temporanee utilizzate nell’home banking). I metodi antifrode online stanno evolvendo, ma nel frattempo diffidate di pop-up e messaggi di aggiornamento, anche se sono firmati dai brand principali oppure legati alle notizie del momento (alcuni hacker imitano i messaggi di aggiornamento di Flash, o spacciano false immagini sulla morte di Osama Bin Laden…) I tempi di reazione La tempestività permette di ridurre i danni, ecco perché ci si aspetta che i portali e le aziende che conservano le informazioni su di noi ci avvertano nel caso di incursioni sospette nei loro sistemi. Ma non basta fidarsi. In questo senso un altro vantaggio di Identikit e Sicurnet è che questi servizi monitorano costantemente i nostri dati, così facendo Mister Credit si comporta come soggetto terzo che controlla la situazione a prescindere. Aggiornare sempre Altre volte siamo noi a dover fare attenzione a come trattiamo i nostri computer. Installiamo applicativi sul pc e facciamo poca attenzione ai messaggi di aggiornamento che riceviamo. Prendiamo l’ultimissimo caso di Skype: di recente abbiamo letto che alcuni hacker sono riusciti ad attaccare gli utenti Mac, inviando un semplice messaggio che si propaga da un utente all’altro. È finita l’era in cui i fan di Apple potevano sentirsi sicuri? Forse, fatto sta che Skype ha in breve rilasciato una patch, ovvero un aggiornamento, finalizzato a evitare questo particolare crimine informatico. La regole già la conosciamo: tenere il sistema operativo e gli applicativi che utilizziamo sempre aggiornati all’ultima versione. Questione di password Alcuni servizi ci obbligano a utilizzare password alfanumeriche, di una lunghezza minima, composte da parole inventate o senza senso e impossibili da indovinare. Di sicuro è bene evitare l’utilizzo di date, nick name e del proprio nome o quello del cane. Utilizziamo sempre queste regole e soprattutto, anche se è dura, non usiamo la stessa password per accedere a tutti i nostri account. Per rispondere alla domanda iniziale, sarebbe ingiusto dire, come alcuni affermano, che “nessun sistema è sicuro al 100%”. I rischi ci sono perché sono mascherati sotto mille forme e perché quando si tratta di tecnologie i cambiamenti sono all’ordine del giorno. Certamente esistono aziende più o meno responsabili, l’importante e restare vigili ed informati sulle buone regole da seguire per proteggersi. I criminali informatici vanno in cerca degli utenti meno esperti. Photo: adriagarcia